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Giochi e giocattoli Progettare a favore del diritto di esprimersi

Sul diritto di esprimersi dei bambini c’è tanto da riflettere e, nel ruolo di adulti, da mettersi in discussione.

Quanti sono i modi di esprimersi dei bambini?

Partiamo dalla parola.
La parola del bambino è ancora troppo spesso una parola taciuta o addirittura negata.
È taciuta perché la fretta del quotidiano, a scuola come a casa, le esigenze del programma scolastico o dell’organizzazione familiare, fanno sì che il tempo di parola dei bambini sia sempre quello del “dopo”: dopo me lo dici, dopo ne parliamo.
È negata quando non ritenuta degna di valore o addirittura disprezzata. Quella parola non ha valore e immaginiamo bene cosa ne seguirà.

Il maestro Alberto Manzi scriveva: “Si deve far parlare il bambino, pretendere che il suo linguaggio sia (e diventi) preciso; che le sue osservazioni si approfondiscano sempre più. Noi stessi dobbiamo imparare a discutere con lui, dimenticando, per lui, tutto il nostro sapere e con lui scoprire le cose, i rapporti tra le cose, le relazioni… Dobbiamo imparare soprattutto ad ascoltare: se non riusciamo a ‘sentire’ quel che dice, se non comprendiamo perché lo dice, non potremo poi aiutarlo ad acquisire nuove esperienze. (…) lmpariamo ad intervenire poco, ma chiaramente; impariamo a saper attendere, affinché sia il bambino a ‘giungere’ alla soluzione del problema, e non noi. Cerchiamo di capire perché ‘sbaglia'”. (Discutere, imparare a discutere da Agenda Casa serena 1989)

Installazione sul colore, Via Luzzatti 15, Igea-Marina
Installazione sul colore, Via Luzzatti 15, Igea-Marina

Arriviamo al gesto e al corpo: dal disegno, al teatro, al giocare e manipolare.
Qui il bambino si esprime con i sensi, mostrando una piccola parte del suo mondo interiore e mettendolo in dialogo con la realtà che in quel momento riesce a cogliere, interpretare e vivere.
Il compito della progettazione (che sia di un oggetto o di un percorso, di un giocattolo o di un atelier) è quello invece di costruire lo spazio e il tempo perché il bambino possa esprimersi. Attraverso la parola, i gesti, il corpo.
Quando progettiamo avendo a cuore il diritto di esprimersi dei bambini dobbiamo avere in mente che:

il bambino ha voglia di essere protagonista della sua esperienza e tutto il resto gli è di servizio: l’adulto, il genitore, gli strumenti, i materiali, gli oggetti.
Il confine infatti è sempre delicato: l’adulto non deve sostituirsi al bambino ma potrà con lui ritrovare il piacere del fare; gli strumenti devono essere adatti alla fascia d’età e pertinenti affinché possano permettere un’esperienza appagante e non essere invece frustranti (anche se è importante dosare la difficoltà perché il bambino possa muoversi verso una nuova competenza, possa sentirsi sfidato e capace di affrontare il nuovo). Gli oggetti non devono diventare più importanti dei bambini: chi progetta per i bambini, quando indica una fascia di età, sta spiegando che l’esperienza proposta non è adatta ai bambini (e non solo per la presenza di piccole parti…) al di sotto di una certa età.

Sculture di carta. Giochi di tagli e pieghe, Centro Zaffiria
Sculture di carta. Giochi di tagli e pieghe, Centro Zaffiria

La ricerca e l’esplorazione sono il metodo di lavoro per il bambino e per il progettista. Il miglior modo per far esprimere il bambino è quello di creare un contesto in cui si possa sperimentare, fare e disfare, esplorare le varianti, giocare con il limite, usare l’errore come fonte e accumulo di informazione. Si tratta di sostare sulla “regola e il caso” di Bruno Munari. La regola mi guida nella ricerca e nell’esplorazione, in dialogo con quello che casualmente può accadere.

Scoprire la xilografia. Prototipo di Pablo Pi alla prova dei bambini, Centro Zaffiria
Scoprire la xilografia. Prototipo di Pablo Pi alla prova dei bambini, Centro Zaffiria

Esiste il dovere della leggerezza poetica e dell’intelligenza del gesto. L’espressione del bambino è in tensione costante con la bellezza e con la poesia. La gioia della scoperta, il piacere del fare sentendosi capace, la sensorialità ascoltata, la non imposizione dell’adulto, permettono al bambino di rivelare la bellezza interiore che custodisce: potrà essere l’inaspettata metafora che propone un punto di vista nuovo, potrà essere il segno giusto per disegnare quella cosa o quella emozione.

Il frottage in piazza a Santarcangelo di Romagna, Centro Zaffiria.
Il frottage in piazza a Santarcangelo di Romagna, Centro Zaffiria.

Ma se il bambino ama saper sostare in una nuova domanda, l’adulto tende a dare le risposte. Progettare a favore del diritto di esprimersi significa anche perdere l’abitudine di dare risposte: giochi e giocattoli potranno allora essere buone domande (non solo per i bambini).

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