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Stai una favola! Visioni e vestiti nelle fiabe dello schermo. 3. Into the Woods. Vieni, c’è una strada nel bosco.

1.
Un preludio: canto della moglie del fornaio

“Bada a quel che racconti, i bambini ascolteranno, capiranno e impareranno… Si volgeranno a te per sapere che strada prendere, che cosa diventare, perciò fai attenzione quando dici: statemi a sentire… Fai attenzione a quello che desideri… I desideri sono bambini… Attento alla strada che prendono, i desideri si avverano ma non senza conseguenze… Attento agli incantesimi, non solo sui bambini: a volte durano ben oltre quanto tu possa vedere e ti si ritorcono contro. Fai attenzione alle storie che racconti perché anch’esse sono incantesimi… I bambini ascolteranno”.
Più o meno.

La moglie del fornaio, Emily Blunt

La moglie del fornaio, Emily Blunt.

Così finisce Into the Woods il film di Rob Marshall, prodotto dalla Disney e ricavato da un musical di Stephen Sondheim che ha debuttato a Broadway nel 1987. Finisce con le parole cantate da una moglie morta al vedovo che culla il loro figlioletto, tanto desiderato. Vi ricordate cosa cantava Cenerentola nel 1950? “I sogni son desideri di felicità, nel sonno non hai pensieri, ti esprimi con sincerità”. Il cinema, come il sogno, a volte riesce a dire verità nascoste.
I desideri hanno bisogno di incantesimi per realizzarsi e le storie (tanto più le favole) sono incantesimi con un intreccio. Il che rende tutto più complicato. Into the Woods, a questo proposito, vuol essere un monito. Non sempre le cose con le fiabe vanno come auspicava Bettelheim. Non accade sempre che una storia oltre divertire e incuriosire il fanciullo, riesca anche a stimolarne l’immaginazione, sviluppare il suo intelletto e chiarire le sue emozioni, armonizzarsi con le sue ansie e aspirazioni, riconoscere appieno le sue difficoltà e nello stesso tempo sappia suggerire soluzioni per i problemi che lo turbano.
Insomma, più che una fiaba sembra una bacchetta magica.
Into the Woods è senz’altro una bacchetta magica, ma nelle mani dell’apprendista stregone. Ve lo ricordate Topolino in Fantasia (1940) alle prese con incantesimi impazziti e musica di Paul Dukas?
Ma andiamo con ordine.

2.
Ogni desiderio è un (dis)ordine

Into the Woods è una selva di fiabe dei fratelli Grimm imbottigliate dalla sceneggiatura di James Lapine in un solo spazio e agitate con cura, così da mescolarsi malignamente l’una con l’altra e sopportando per di più cambiamenti arbitrari e la presenza di un imbucato: Jack e il suo fagiolo magico.
Ci sono un castello e un villaggio. Ci sono Cappuccetto Rosso, che vuole tanti dolci da mangiare, Cenerentola che desidera andare alla festa del re, un fornaio e sua moglie che anelano un figlio, Jack che non ce la fa a separarsi mai dalla sua mucca bianca.
Poi c’è il bosco. Tutti i desideri finiranno per passare dal bosco e lì diventeranno qualcos’altro o prenderanno direzioni impreviste. Il modello naturalmente è il bosco shakespeariano di Midsummer Night’s Dream, soggiorno prediletto delle fate dove regnano Oberon e Titania e dove il disordine del desiderio regna con loro buttando all’aria ogni certezza, ingannando gli amanti e sovvertendo la natura.

protagonisti di Into the Woods

A partire dall’alto a sinistra: Raperonzolo, Mackenzie Mauzi, il Principe di Raperonzolo, Billy Magnussen, Cenerentola, Anna Kendrick, il Lupo, Johnny Depp, la moglie del fornaio, Emily Blunt, Jack, Daniel Huttlestone, la Strega, Meryl Streep, il fornaio, James Corden, Cappuccetto Rosso, Lilla Crawford, il Principe di Cenerentola, Chris Pine.

Tutti i personaggi di Into the Woods sono attirati nel bosco dall’astuzia narrativa. Cappuccetto Rosso lo attraversa per andare dalla nonna, ovviamente. Jack per andare a vendere la sua adorata mucca al villaggio come gli ha chiesto la madre esasperata dalla miseria. Cenerentola per chiedere alla sua mamma morta, incarnata in un salice, di vestirla in maniera adeguata per il ballo reale. Il fornaio infine deve andare nel bosco perché la Strega cui suo padre tanti anni prima aveva rubato le verdure dell’orto, ha lanciato una maledizione che rende sterile la povera fornaia. Ma anche la Strega vuole qualcosa: desidera ringiovanire e solo nel bosco c’è quanto le serve: un mantello rosso, una mucca bianca, una scarpetta d’oro, capelli biondi come il grano. Peccato che non possa toccare questi talismani con le sue mani prendendoseli da sola, ma debba obbligare qualcuno a farlo. Promettendo di sciogliere l’incantesimo della sterilità, costringerà i fornai alla quête. Giusto per assecondare la bulimia degli autori, i capelli sono quelli di Raperonzolo, sorella segreta del fornaio, sequestrata in una torre senza porte dalla Strega che si finge sua madre.

Il fornaio ha bisogno del mantello di Cappuccetto Rosso

Il fornaio ha bisogno del mantello di Cappuccetto Rosso. Abbi coraggio, sii gentile?

Forse a questo punto i bambini sono già distratti, ma i genitori sono tutt’orecchi.
E non dimentichiamo i Principi, che qui sono due: uno è quello assegnato a Cenerentola, il secondo è suo fratello e farà l’imprudente felicità di Raperonzolo.

Nel bosco Cappuccetto Rosso incontra il Lupo vestito con giacca tre quarti, coda sfarzosa, vita ascellare, cravattona e baffetti ritorti da gatto malandrino. Ma la piccina non è affatto terrorizzata e anche se verrà regolarmente mangiata dopo la nonna, una volta resuscitata dal coltello del fornaio ripensa con un certo intenerimento alla bestiaccia: egli (esso?) l’aveva emozionata e spaventata facendogli scoprire cose che non avrebbe osato cercare da sola. E ora detiene un sapere prezioso che prima non aveva. L’ambiguità su quali siano gli oggetti di questa nuova conoscenza – fiori particolarmente belli, la morte, il desiderio sessuale? – è più che allusa.

Il ragazzo Jack nel frattempo, grazie ai fagioli magici ottenuti dal fornaio in cambio della sua mucca è stato nel paese celeste dei giganti, ha fatto anche lui importanti scoperte ed è tornato cambiato dal bosco. Non è chiaro quanto essersi attaccato al seno di una Gigantessa abbia avuto parte in questa trasformazione.

Nel bosco il fornaio, è la moglie a dirlo, è diventato audace, sincero, fiorente, intelligente e seducente, è sbocciato (eroticamente?). È pronto insomma a procreare. Ma la fornaia non è da meno. Nel bosco si è imbattuta nel Principe di Cenerentola e ne è rimasta colpita. Così colpita che al secondo incontro sembra avere un orgasmo solo per avergli potuto parlare. Il terzo incontro sarà ancora più soddisfacente: si baceranno a lungo, con trasporto (e sappiamo che le favole non ci dicono proprio tutto).

In compenso, sempre nel bosco, Cenerentola e il Principe scopriranno, dopo essersi sposati, che in realtà non si amano affatto. Lui sa di essere affascinante ma non sa essere sincero. Lui si era innamorato soltanto della fanciulla che scappava anzitempo dalla sua festa. Lei a sua volta si era innamorata del Principe irraggiungibile più che del Principe in carne e ossa. Non rimpiange certo casa sua con matrigna e sorelle, ma non è soddisfatta nemmeno della casa  del re. Sogna una via di mezzo. Una vita noiosamente borghese? Arrivare al ballo era eccitante, rimanervi spaventoso. Ha lasciato apposta la scarpetta fuggendo, perché il fato decidesse al posto suo, non sapendolo fare da sola.

Raperonzolo per parte sua amava tanta la Strega-mamma e finisce per odiarla: il suo principe bacia senz’altro meglio.

 

Cenerentola e il Principe  scoprono che il lieto fine è un incerto inizio.

Cenerentola e il Principe scoprono che il lieto fine è un incerto inizio.

3.
Intervallo: i fatti hanno la testa dura ma anche parecchio balenga.

A un certo punto, inutile dire quale, il film sembra finito: Cenerentola ha sposato il Principe, Raperonzolo ha sposato il fratello del Principe, la fornaia è rimasta incinta, Cappuccetto Rosso e la mamma son ricongiunte, la Strega è tornata giovane e bella, Jack ha la sua mucca, la sua mamma e tutto l’oro che ha sottratto ai giganti. Ma le favole in questo caso si può dire abbiano fatto la pentola e non il coperchio.
Infatti ecco che arriva un terremoto, e non è una metafora ma l’effetto dei passi della Gigantessa venuta giù dal cielo a vendicare la morte del figlio ucciso dalla pianta di fagiolo che Jack ha abbattuto dopo l’ultimo furto ai piani alti. Come il bosco il terremoto travolge ogni precedente certezza: muore la madre di Cappuccetto Rosso e la nonna non si trova più, muore la madre di Jack. La fornaia colto l’attimo con il Principe, muore in un dirupo lasciando il marito vedovo e il bimbo appena nato orfano. Le sue ultime fantasie sono state di avere un bambino per scaldarsi, un fornaio per il pane e un principe per… ogni cosa. Quanto a Cenerentola, vede dissolversi con il suo sogno d’amore anche l’albero della madre e con esso, si suppone, il fantasma benefico della sua unica protettrice. La Strega sprofonda in un turbine di luce e foglie invocando la sua crudelissima genitrice. Sotto il piede della Gigantessa inviperita tutti fanno esperienza di quale vita facciano le formiche in un bosco affollato di cercatori di funghi.

La strega tornerà bella, ma perderà i suoi poteri e la sua pessima mamma la riprenderà con sé.
La strega tornerà bella, ma perderà i suoi poteri e la sua pessima mamma la riprenderà con sé. All’inferno?

4.
Le madri vanno e vengono. Resta la favola.

Anche in Into the Woods, come in Maleficent e in Cinderella, il materno ha un ruolo importante anche se meno lineare e consolante.
All’inizio ci sono madri che non si vedono, quella di Cappuccetto Rosso; madri fantasma, quella di Cenerentola; madri incattivite e sgarbate, quella di Jack; madri da operetta, quella di Florinda e Lucinda sorellastre di Ceneretola; madri già morte, quella dei due Principi; madri sfortunate, quella del fornaio che con la sua ingordigia di verdure ha provocato la maledizione della Strega; madri incompiute, la fornaia sterile; madri superpossessive, la Strega stessa per la povera Raperonzolo; madri evocate e sadiche, quella della Strega che ha punito la figlia per essersi fatta rubare gli ortaggi di famiglia. Un panorama desolante.

Una madre simbiotica per le sorellacce di Cenerentola. In questo caso il materno è questione di parrucchieri e stilisti.

Una madre simbiotica per le sorellacce di Cenerentola. In questo caso il materno è questione di parrucchieri e stilisti.

Alla fine però, come abbiamo visto, c’è una sorta di risistemazione dei ranghi materni, con una interessante soluzione esemplare. Infatti alla morte della Gigantessa – altra madre che va fuori scena, colpita come Golia dalla fionda di Jack/Davide – sopravvive una bizzarra famigliastra o se si preferisce famiglia ricostituita, così composta: Cappuccetto Rosso, ormai resa orfana dal terremoto, il fornaio vedovo e il suo piccino, Cenerentola più sola di prima, Jack orfano pure. Un padre, dunque, che si propone anche come patrigno, tre bambini e una giovane sposa in fuga da un matrimonio sbagliato. Nessuna madre all’orizzonte. Il materno diventa una funzione che chiunque può assumere, basta ne abbia la buona volontà.
Into the Woods è una plurifavola che s’inscrive nel novero di quelle che Bettelheim considerava amorali. Le fiabe morali non sono mai ambivalenti, i buoni sono solo buoni e i cattivi solo cattivi. Una madre o è perfetta o è perfettamente malvagia. Qui abbiamo incontrato solo madri imperfette e indecise. Nelle fiabe amorali il succo non è la morale, ma piuttosto la fiducia di poter riuscire. La fiducia di poter sormontare le difficoltà, l’imprevisto. Vivere senza madri?
La Strega, prima di morire, le aveva cantate chiare ai sopravvissuti: -Voi non siete buoni, non siete cattivi, siete solo gentili. Vi ricordate Cinderella: -Have courage and be kind? Con Disney tout se tient. Conclude la Strega: -Io non sono buona, non sono cattiva, sono giusta… io sono l’imprevisto, quello a cui nessuno crede.
Alla fine i nostri eroi non avranno potuto che darle ragione. Lasciandosela alle spalle.

5.
E i vestiti?

Al modo in cui c’è nel cinema classico il montaggio invisibile, ovvero un sistema di raccordi tra le inquadrature che tenga il nostro sguardo di spettatori ben saldo in un simulacro di realtà, così qui c’è un design invisibile: nessun virtuosismo scenografico, costumi che sembrano usciti dal baule di scena del Tesoretto dell’amico di casa renano di Johann Peter Hebel (pubblicato nel 1811; un anno dopo uscirà la prima edizione dei Kinder und Hausmärchen dei fratelli Grimm) invece che dai camerini di Broadway. Con le dovute eccezioni: il Lupo di Johnny Depp vestito come Johnny Depp di questi tempi, cioè come Denzel Washington in completo zoot suit nel Malcolm X di Spike Lee ovvero come un gangster nella Harlem degli anni ’40. Meryl Streep, vecchia strega tornata giovane, indossa un abito a listelle di seta nere e blu che evoca un complicato lancio di spaghetti magici su una tavola di tulle. Le sorellacce di Cenerentola, esibiscono sfacciate rielaborazioni di uno stile Versailles-Versace con gambe a vista. Cappuccetto Rosso poi, una volta ceduta la sua mantella al fornaio che le ha salvato la vita, si fa confezionare dalla nonna una cappa in pelle di lupo molto simile a quelle pelliccette di scimmia che ti aspetteresti di trovare nel guardaroba di una principessa di Mongo o Vultano nei fumetti di Flash Gordon. A Cenerentola, per concludere, piove dal materno salice magico un abitino in tessuto d’oro con bustino a calice e gonna blusante che pare più adatto a incartare un cioccolatino che una futura principessa. Ma una bambina di tre anni lo troverebbe perfetto, e questo basti.

Cenerentola  - into the woods

Cenerentola sfoggia il suo completo da favola: oro, oro, oro! Un sogno da bambina, un risveglio da casalinga inquieta.
Lupo tenta Cappuccetto con i dolcetti,

Il Lupo tenta Cappuccetto con i dolcetti, come uno spacciatore dei ruggenti anni quaranta.
Denzel Washington e Spike Lee in zoot suit.

Gli amichetti del lupo cattivo. Denzel Washington e Spike Lee in zoot suit. È Malcolm X di Spike Lee, 1992.

Into the Woods 2014 / Regia: Rob Marshall / Sceneggiatura: James Lapine / Scenografia: Dennis Gassner / Costumi: Colleen Atwood/ Cenerentola: Anna Kendrick/  Jack: Daniel Huttlestone / La madre di Jack: Tracey Ullman / Il fornaio: James Corden / La moglie del fornaio: Emily Blunt / La strega: Meryl Streep / Il lupo: Johnny Depp / Il principe di Cenerentola: Chris Pine / Il principe di Raperonzolo: Billy Magnussen /  La matrigna: Christine Baransky / Florinda: Tammy Blanchard / Lucinda: Lucy Punch /  Raperonzolo: Mackenzie Mauzi

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